Fino a settembre sono 549 le vittime di incidenti mortali sul lavoro, soprattutto uomini con più di 54 anni. Ma i dati dell’Inail non raccontano il mondo sommerso degli abusivi. In Italia l’anno scorso l’87% delle aziende controllate non era in regola con le norme di sicurezza. 

Incidenti mortali sul lavoro: in calo, ma solo in base ai dati ufficiali

Si parla di 549 vittime per incidenti mortali sul lavoro fino al mese di settembre dello scorso anno, contro le 626 dello stesso periodo di riferimento nel 2015. Questo dato, però, non tiene conto delle morti nascoste, quelle degli abusivi, dei muratori assoldati a giornata.

A raccontare l’Italia dove ancora si muore per guadagnarsi il pane sono i dati dell’Inail, che però non tengono conto delle morti nascoste, degli abusivi, dei muratori assoldati a giornata, lasciati feriti sulle strade fingendo incidenti stradali dopo essere caduti dalle impalcature, pagati, ma solo se feriti o morti, con vaucher improvvisamente usciti dalle tasche degli imprenditori.

morti sul lavoro

Così l’anno scorso i dati dell’ Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro parlavano rispetto alle cifre ufficiali di una strage ben più pesante:  oltre 1400 vittime, quest’anno sarebbero già 1260.

Sul numero totale gli italiani sono 465 contro “solo” 84 stranieri:  un dato poco vicino alla realtà se si pensa ai punti di raccolta nelle periferie dove al mattino passano i pulmini per scegliere, caricare chi arrivato dall’Est o dall’Africa si offre per pochi spiccioli come muratore o carpentiere, senza assicurazioni o diritti, se si pensa ai luoghi del caporalato dove la schiavitù sembra tornata nei campi. Così le regioni dove la situazione occupazionale è più legale e chiara per assurdo risultano quelle dove ci sono più vittime. La prima è infatti l’Emilia Romagna con 70 casi, seguita dal Veneto con 59 morti, Lombardia 57, Piemonte 47.

La geografia delle morti bianche vede il Centro con il 32,6% degli incidenti mortali, seguito dal Sud con il 21,7, il Nord Ovest con il 20,9 ed il Nord Est con il 15,7.

In quasi la metà dei casi non è determinato il settore economico dove il lavoratore ha perso la vita, seguono poi le costruzioni con 74 casi, l’attività manifatturiera con 65, il trasporto e magazzinaggio con 62, il commercio all’ingrosso con 33.

Per tutti gli operatori della prevenzione degli infortuni sul lavoro, l’esigenza di analizzare statisticamente gli infortuni mortali sul lavoro nasce dalla necessità di individuare le circostanze che determinano gravi incidenti sul lavoro, per poter stabilire, di conseguenza, quali misure di sicurezza attuare per evitare tali eventi mortali. Queste sono le motivazioni che hanno spinto Vega Engineering, società di consulenza e di progettazione ingegneristica con sede a Mestre (VE), operante nei campi della Sicurezza sul Lavoro, dell’Ambiente e dell’Energia, ad organizzare un proprio “Osservatorio Sicurezza sul Lavoro” per analizzare ed elaborare statisticamente il fenomeno delle morti sul lavoro.

L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro, istituito nel 2009, raccoglie tutte le informazioni disponibili relative agli infortuni mortali sul lavoro provenienti da diverse fonti, tra cui mass-media, comunicazioni di enti istituzionali o di associazioni del settore. Tutte le informazioni relative ai morti sul lavoro vengono analizzate dall’ufficio tecnico di Vega Engineering al fine di effettuare propri studi tesi ad individuare le misure di sicurezza più idonee per prevenire le morti bianche.
Gli Studi e le statistiche dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering contemplano tutti i casi di infortunio mortale accaduti sul territorio nazionale italiano, avvenuti durante l’esercizio di un’attività lavorativa, con esclusione delle morti bianche accorse durante la circolazione stradale o in itinere.