Sicurezza stradale, arriva lo “smartphone poliziotto”: in caso di incidente dice se l’automobilista è al telefono. 

Smartphone poliziotto: la risposta italiana al Textalyzer.

Non più solo la flagranza. Ora, se un automobilista guida mentre parla al telefono, si può scoprire anche dopo un incidente. A Torino i Vigili Urbani potrebbero attrezzarsi presto con un dispositivo portatile in grado di analizzare se il conducente stava usando il cellulare. Lo ha ideato il SITI, l’Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione, associazione costituita tra Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo con la collaborazione della Polizia Municipale torinese. A proporlo, come racconta la Stampa, è stato proprio il Comando dei Vigili del capoluogo piemontese. L’obiettivo, per la prima volta in Italia, è ricostruire la dinamica di un incidente mortale a partire dall’analisi forense “comparata” degli smartphone delle persone coinvolte: “L’utilizzo di dispositivi del genere – afferma Giovanni Acerbo, dirigente della Polizia Municipale di Torino – potrebbe essere di grande aiuto per gli operatori, come già avviene negli Stati Uniti”.

Coloro che a Torino propongono il progetto del “telefonino poliziotto” assicurano che non ci siano problemi di privacy. Il dispositivo vuole certificare l’esistenza di un contatto, ma non la sua natura. Non svela i contenuti di messaggi o simili, ma registra se il telefono era attivo e per quanto tempo, in modo da permettere alla polizia “di ricostruire a ritroso il nostro cattivo comportamento alla guida”. La prossima fase di studio, spiegano dal SITI, sarà lo studio dei contatti social. “Possono svelare – spiega Sergio Olivero, responsabile del settore sicurezza dell’Istituto – i comportamenti delle masse in caso di eventi catastrofici. Questo è il nostro obiettivo di ricercatori: promuovere soluzioni per la sicurezza di un territorio tenendo conto di tutte le potenzialità tecnologiche”.