risarcimento danni da morte

Vigilia di Ferragosto, circa mezzogiorno, traffico da vacanze e traffico cittadino insieme. All’improvviso un crollo, durante un fortissimo nubifragio, quello del ponte Morandi, il viadotto dell’autostrada A10 che attraversa il torrente Polcevera a Genova, tra i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano.

Ponte Morandi: dal crollo alla ricostruzione.

Subito drammatico il bilancio delle vittime di quello che il sindaco Marco Bucci chiamerà «il nostro 11 settembre»: 35 morti, tra cui bambini, numero fatalmente destinato a salire nelle ore e nei giorni successivi, moltissimi feriti gravi e decine di dispersi. Alla fine i morti saranno 43.

Le indagini preliminari e i nomi degli indagati.

Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha definito “Un atto dovuto” l’iscrizione nel registro degli indagati di 20 persone che sarebbero coinvolte a vario titolo nell’incidente.

Si tratta di una lista comunque provvisoria e, al momento, fra gli indagati ci sono i verticidi Autostrade Spa nelle persone di: l’amministratore delegato Giovanni Castellucci, il direttore centrale operazioni Paolo Berti, il responsabile Maintenance Michele Donferri Mitelli, il direttore del tronco di Genova Stefano Marigliani, il suo predecessore Riccardo RigacciPaolo Strazzullo, responsabile unico del progetto di retrofitting (restauro della struttura)

Con loro sono indagati anche gli alti dirigenti e i tecnici ministeriali che hanno avuto a che fare con la ristrutturazione del ponte (di cui nessuno ha mai chiesto la chiusura).

Avvisi sono arrivati a Vincenzo Cinelli, responsabile della Direzione generale vigilanza autostradale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al suo predecessore Mauro Coletta, al dirigente di divisione della vigilanza Bruno Santoro, al capo dell’ufficio ispettivo territoriale Carmine Testa, e al provveditore alle opere pubbliche di Piemonte, Liguria e Val d’Aosta Roberto Ferrazza

Tra gli indagati ci sono anche il docente universitario del Dicca di Genova, Antonio Brencich, l’ingegnere Mario Servetto e Giuseppe Sisca coloro che avevano firmato il parere tecnico sull’appalto del ponte in qualità di consulenti del ministero.

La Procura decide di fare un incidente probatorio.

Il Procuratore Cozzi ha spiegato che contestualmente all’iscrizione nel registro degli indagati la procura chiederà l’incidente probatorio all’ufficio del giudice affinché le indagini possano subire un’accelerazione sensibile e gli avvisi servono anche a far sì che le persone coinvolte possano elaborare una strategia difensiva.

  • L’attenzione, in particolare, è stata posta sulla struttura di quegli stralli del pilone 9 che si sono spezzati la mattina del 14 agosto.

 

Consulenza tecnica per l’accertamento dei fatti.

Il team ingegneristico guidato da Piergiorgio Malerba e Renato Buratti su ordine della Procura ha prelevato campioni della struttura e le ha analizzate all’interno di un bunker nella zona rossa.

L’attenzione, in particolare, è stata posta sulla struttura di quegli stralli del pilone 9 che si sono spezzati la mattina del 14 agosto.

Da quanto sostiene il report il numero di cavi d’acciaio presenti nel calcestruzzo sarebbe inferiore rispetto a quello previsto dal progetto originario. Non solo: la guaina protettiva di quei cavi è quasi assente a indicare un totale deterioramento dei materiali utilizzati che devono essere stati di scarsa qualità.

Il deposito dell’elaborato peritale.

I consulenti della procura di Genova, i professori Renato Buratti e Piergiorgio Malerba, hanno depositato in questi giorni la loro relazione sullo stato dei resti del ponte Morandi.

Il documento non è stato ancora messo a disposizione delle parti ma verrà condiviso al momento della richiesta del secondo incidente probatorio.

Nei mesi scorsi, i due tecnici, avevano già consegnato alcuni report in cui veniva evidenziato lo stato di corrosione dello strallo che scendeva verso destra ed era più esposto al mare. 

Per i consulenti sarebbero stati utilizzati negli stralli meno cavi rispetto a quelli previsti nel progetto e mancherebbero alcune guaine protettive dei cavi. Una situazione che ha comportato un deterioramento totale di determinati punti degli stralli. L’indebolimento dei tiranti, la scarsa manutenzione, e il rinvio dei lavori di rinforzo, avrebbero così causato, per l’accusa, il cedimento della struttura.

Decreto Genova.

Il Parlamento, a fine settembre, approva il cosiddetto Decreto Genova.

Si tratta di un provvedimento importante che complessivamente prevede spese per circa 650 milioni di euro.

Un insieme di misure e interventi per decidere i quali forse si è perso fin troppo tempo secondo i cittadini di Genova, ma che alla fine dovrebbe servire innanzitutto a realizzare la cosa più importante: la ricostruzione del Ponte Morandi a ormai più di 90 giorni di distanza dal suo tragico crollo.

Tra l’altro, tra le decisioni più significative adottate dal decreto è confermata l’esclusione di Autostrade dalla ricostruzione del ponte, è previsto che lo Stato anticipi i soldi se la società non dovesse pagare, mentre saltano i fondi per il Terzo Valico. Ma vediamo nel dettaglio i provvedimenti più importanti, destinati anche a supportare l’economia della città di Genova, decisi dal governo.